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N°1 dei Tecnici della lama
 


Storia dell'Arrotino

Spinto dal bisogno economico, l'arrotino andava ampliando gradualmente il territorio del suo lavoro per la ricerca di nuovi mercati di lavoro.
Camminando a piedi e spingendo contemporaneamente la carretta, oppure portando in spalla gli attrezzi del mestiere, col bello o col cattivo tempo era sempre in cammino da un paese all'altro in cerca di lavoro.
Era faticoso farsi una clientela, difficile crearsi una zona di lavoro propria e difendere il proprio territorio dalla concorrenza di altri arrotini, per tali ragioni occorreva affinare il proprio mestiere e mantenere prezzi competitivi.
Fino agli anni '60 l'esercizio di questo mestiere comportava molti sacrifici.
L'arrotino mangiava di solito al sacco in una piazza, poche volte si rifocillava con un piatto caldo, ogni sera era alla ricerca di un alloggio per la notte, di solito un mucchio di fieno o di paglia infilati in un sacco di tela.
Faceva le pulizie personali nell'acqua di una fontana o di un ruscello e tornava a casa poche volte all'anno, per Pasqua e Natale, per il taglio del fieno, per la nascita di un figlio o ... per la morte di un parente.
Era triste per loro non avere una famiglia da ritrovare la sera.
Dopo gli anni '60 per l'arrotino la situazione migliorò; la sola mola fu sostituita prima dalla bicicletta, poi dalla moto (vespa o lambretta), successivamente dal furgoncino a tre ruote a motore; usufruiva di almeno un pasto caldo al giorno in mensa, individualmente oppure in comune con altre persone aveva un locale o due per la notte, qualcuno cominciò anche a portare la propria famiglia nella zona di lavoro.
Successivamente aprì una bottega, cessando quasi completamente di fare l'ambulante e riunì la propria famiglia accasandosi sul posto di lavoro, diventando un vero commerciante con un luogo fisso di lavoro.
Per avvicinarsi e scoprire piu’ da vicino questo caratteristico mestiere, vi segnaliamo a Stolvizza di Resia (Udine) la presenza del museo dell’ arrotino, espone oggetti, attrezzi, fotografie e testi che illustrano l’evoluzione di questo mestiere nel tempo, fino ai nostri giorni.

Vi sono esposte le antiche "krosme" trasportate a mano e le biciclette, tutte attrezzate di mola ed utensili necessari a svolgere tate attività, antichi oggetti da taglio e tante fotografie molte delle quali d'epoca.

L’ arrotino è comunque una figura presente nella realtà resiana in quanto sono diversi coloro i quali ancora oggi lo praticano in diverse città italiane.

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